Vanessa Tagliabue Yorke voce, arrangiamenti e composizioni originali
Francesco Bearzatti clarinetto
Mauro Ottolini trombone e conchiglie del mare
Giulio Scaramella pianoforte
Eva Impelizzeri viola
Salvatore Maiore cello
Registrato da Stefano Stefanoni, Mix e Mastering di Stefano Amerio. Prodotto da Azzurra Music
Vanessa ritratta come Princess of the Night da Roberto Cifarelli
Benvenuti nel mio universo musicale! Esplorando questo luogo troverete una vasta scelta di contenuti artistici e intellettuali che mi piace frequentare. E’ in espansione esattamente come si dice sia anche il nostro universo naturale, quindi tornate a trovarmi nel corso del tempo per accedere a nuove suggestioni.
Note di copertina di Enrico Rava
Luigi Manfrin è autore del “Ritratto D’artista” contenuto nel CD.
Ogni brano nasce dalla contemplazione di una diversa forma di oscurità. Partendo dalla poesia di William Butler Yeats, cantata nel brano I wish for the cloths of Heaven, in cui il poeta desidera fare dono del drappo stellato della notte alla persona amata, arriviamo a Night Creature, di Duke Ellington. Ho lavorato strenuamente a ridurre per il mio sestetto la partitura da concerto grosso di Night Creature, usando anche la mia voce come strumento per completare i voicing dei bellissimi accordi che Ellington ha distribuito agli orchestrali.
Vanessa Ritratta da Mauro Senatore
E’ stato principalmente un lavoro di concezione ritmica, dato che noi non abbiamo batteria ne percussioni in questa formazione che suona nel nostro disco. Ho usato il timbro pizzicato degli archi per compensare questa assenza, mantenendo così il suono “cameristico” che a me è tanto caro.
C’è un piccolo spazio in cui anche io improvviso sulle armonie del primo tema, prima che entri Francesco Bearzatti con il suo virtuoso clarinetto. E’ stata la mia prima impressione di quel momento, dura pochissimo perché non avevo previsto entrassi nell’improvvisazione, ma è misterioso e abbiamo pensato di tenerlo.
Restando fedeli a questo carattere impressionista, e a questa suggestione ellingtoniana il cui riferimento è oltre a Night Creature anche T.G.T.T. che ritroviamo nel Second Sacred Concert (in cui una brillante Alice Babs interpreta una delle melodie più enigmatiche e più belle mai scritte) noi attraversiamo Iridescence.
E’ un brano originale scritto da me e senza testo in cui interpreto il tema in versione di vocalizzo, la cui introduzione strumentale è stata da me concepita affinché Giulio Scaramella improvvisasse su un corale di archi, trombone e clarinetto.
Da molti anni speravo di trovare un pianista che accettasse l’ardua impresa di suonare Here and there, brano che avevo composto ispirandomi al Thème de Dieu di Olivier Messiaen che è presente nel Regard du Père.
Il testo originale è mio e contiene dei rimandi all’opera di Emilio Tadini.
Già due pianisti di chiara fama avevano rifiutato di suonarlo, gettandomi nello sconforto.
Si tratta di musiche fortemente mistiche e particolarmente complesse da suonare, che Messiaen scrisse forte della collaborazione artistica con Yvonne Loriod, pianista straordinaria. Ora è per me una gioia senza pari ascoltare la mia musica brillare nelle dita di Scaramella senza alcuna fatica.
La conga de media Noche è un capolavoro di Ernesto Lecuona che io ho ascoltato per la prima volta mentre esploravo l’ultimo rendez-vous di Martha Argerich. Ho subito desiderato cantare questo brano che però è per pianoforte solo, e quindi ho immaginato un testo, che entra ed esce dal tema, e ho spiegato a Giulio Scaramella come avevo intenzione di eseguirlo. Per mia fortuna le sue eccellenti doti tecniche hanno anche qui permesso di fare il miracolo!
Anche La Scomparsa trae linfa vitale dalla musica di Lecuona, ma soltanto per ciò che concerne la straordinaria figura ritmica in levare della Conga di Comparsa che anche lui ha attinto dal carnevale cubano tradizionale. Il testo originale è mio. I musicisti mi hanno detto di tutto quando ho consegnato loro le parti con l’accento sempre in levare e il metronomo al contrario!!!
Ho composto una tema originale che canta proprio su questo ritmo, che vedete qui accanto, con una armonia completamente diversa. Ho deciso di dare un credito Siae, a sua insaputa, a Stefano Stefanoni, mio amico e ricercatore sonoro che un giorno al telefono mi disse “I sogni sono una finestra sull’eternità” e riconoscerete questo concetto nel testo della canzone.
Una atmosfera sorprendentemente cubana si respira ascoltando la Berceuse di Ettore Pozzoli, del 1950.
In occasione del Seregno Jazz Festival mi fu chiesto di interpretare un brano di questo autore, che come me è nato a Seregno, e che non è conosciuto per i suoi bellissimi brani impressionisti ma principalmente per i manuali di tecnica pianistica e di solfeggio.
Anche qui ho scelto ed elaborato un testo originale su un brano strumentale. Tristemente gli editori aventi diritto non hanno permesso che io depositassi il mio lavoro e così non compaio come autrice e non sono tutelata nel mio accurato e amorevole lavoro su questo brano.
Avrei voluto fare lo stesso lavoro su altri brani di Pozzoli per portare al pubblico lo straordinario lirismo sconosciuto di Pozzoli e la sua dimensione intima, non lo farò per il momento.
Dopo uno struggente brano che si intitola Don’t Leave me e che mi ricollega al benamato mio artista del cuore Bas Jan Ader ed alla sua omonima performance. approdiamo a Johnny Come Lately di Billy Strayhorn sul cui tema sinuoso ho incastonato parte del monologo di Lucky scritto da Samuel Beckett nel suo Waiting for Godot.
Il gioco di rimandi è il seguente: “Johnny come lately” significa nel gergo dell’epoca “l’ultimo arrivato”: mi sono divertita, per cantarlo, ad usare un testo estrapolato da un opera che si svolge tutta nell’attesa di qualcuno che non arriva mai.
Mi piace ricordare che in questi ritratti io indosso il Cappello Di Perseo di Laura Cadelo Bertrand.
il trittico “Ever – Stolen dream – Don’t leave me”
Se siete riusciti ad ascoltare Ever e non avete ancora tolto il disco dallo stereo forse per me c’è ancora speranza! Credo che sia uno dei miei brani più ostici, non concede nulla all’ascoltatore, non è melodico, non è emotivo se non in minima parte e quella parte è enigmatica. Conclude dicendo “Non verrò mai a compromessi” e ripete più volte la domanda “Cosa c’è che non funziona?”. Un secondo rimando a Bas Jan Ader è presente nella frase “I just cannot resist to gravity”. Curioso ritrovare qui il vecchio amico Bas Jan Ader, vivo e pulsante in questo nuovo percorso attorno alle contradanze cubane, quando il mio disco CONTRADANZA del 2015 era proprio un lamento dedicato a lui, e non c’è nessuna attinenza tra lui e l’ottocento cubano, se non per il fatto che Ader infondo sia profondamente romantico.
I brani originali non hanno una spiegazione, sono nati dalla mia mente immaginando storie e persone a me vicine. Possono significare qualsiasi cosa per chiunque o anche niente. Spero che vi piacciano ma chi può dirlo. I’ve stolen a dream è la prima che io abbia scritto, tra tutte e esiste una meravigliosa versione featuring Fabrizio Bosso.
Vorrei ricordare tutti coloro che hanno reso possibile questo lavoro, come ho fatto nella traccia che si intitola Riconoscimenti. Faccio molta fatica ad accettare il passaggio alla musica liquida: sulla stragrande maggioranza delle piattaforme (specialmente le meno costose) non si capisce nulla dei crediti, non si sa chi suona cosa e tantomeno chi ha prodotto, chi ha disegnato le grafiche… non si sa nulla della storia che ci sta dietro.
Ascoltate la traccia tredici: li ho detto tutto e grazie a Virginia Longoni, Carla Francioni e Miki Suzuki abbiamo anche la traduzione francese, portoghese e giapponese online sulle piattaforme digitali!